DOMENICA 28 GENNAIO escursione n. 2:
BUDDUSO’: frazione di TANDALO’
Programma della giornata:
- ore 08.30: raduno a Bitti, in piazza Asproni;
- ore 09.00: raduno a Buddusò, presso hotel ristorante La Madonnina
In auto: dalla periferia di Buddusò, sulla strada che porta ad Ozieri e Sassari, si prende la strada inizialmente asfaltata e poi sterrata che porta al cantiere forestale Sa Conchedda. Si procede per circa 9 km fino alla prima pala eolica dove saranno parcheggiate le auto. Il fondo stradale è in ottime condizioni.
A piedi: Percorso A/R di circa 12 km Durata: circa ore 5. Dislivello di circa 300m in discesa all’andata ed in salita al rientro Grado di difficoltà T (turistico) (che cosa significa?).
Tandalò: un paese fantasma silenzioso
Eppure, prima che il tempo diroccasse le diciannove case in granito, che le strade fossero interrotte dai guadi, quando ancora gli abitanti vivevano di carbone e allevamento, Tandalò era un villaggio come tanti, con la sua chiesa di San Giuseppe, la scuola elementare, la piazza con un che di primitivo e ancestrale dato dai due lecci centenari a proteggerla. Un villaggio di cento, centoventi persone che definire remoto è un eufemismo, con decine di chilometri di strada bianca per arrivare ai centri più vicini di Oschiri e Buddusò.
Nato probabilmente sul finire del XIX secolo, era una delle tante frazioni che costellavano l’impervio territorio di Buddusò. E proprio qui, a causa del suo isolamento, gli abitanti di Tandalò non godevano di buona fama: “pastori rozzi e incolti”, si mormorava. Eppure, quasi a simbolico sprezzo di queste dicerie, sulla sua sommità il villaggio è ancora oggi dominato proprio dalla vecchia scuola, un semplice ma austero edificio a due stanze.
“Pietraie che non ci si arriva in carro, si campava con uova, pane e farro”, canta una poesia popolare, che rende l’idea di come Tandalò fosse un luogo quasi fuori dal tempo, almeno fino agli anni ’50. Prima spopolato, poi disabitato in seguito al mutare dell’economia e alle faide fra i pochi residenti dal 1974, ora quasi abbandonato: una frazione con zero abitanti da mezzo secolo.
Nella parte alta del villaggio, sulla collina, tutto è invece rimasto come cinquant’anni fa: piccole e povere casupole col tetto ormai crollato, letti arrugginiti, camini e oggetti di uso quotidiano prigionieri dell’immancabile coltre di rovi.
Incastonato in una silenziosa valle tra foreste e granito, cinto dal rio Mannu, Tandalò non lascia indifferenti.
ALDO PALAZZESCHI : RIO BO
Tre casettine / dai tetti aguzzi, / un verde praticello, / un esiguo ruscello: Rio Bo, / un vigile cipresso. / Microscopico paese, è vero, / paese da nulla, ma però… / c’è sempre di sopra una stella, / una grande magnifica stella, / che a un dipresso… / occhieggia con la / punta del cipresso di Rio Bo. / Una stella innamorata? / Chi sa / se nemmeno ce l’ha / una grande città.
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